Non spendo la mia esistenza senza averla mai conquistata!
- Progetti Futuri
- 25 mag 2020
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 24 giu 2020
“...chi spende la propria esistenza senza averla mai conquistata, lascia sulla Terra la stessa traccia che lascerebbe il fumo nell’aria o la schiuma nell’acqua!” Domenico Valente, Il Mio Inferno di Dante
Mi chiamo Domenico Valente e sono nato a Trani, storica cittadina pugliese, dove risiedo e svolgo l’attività di analista contabile.
Dopo anni dedicati quasi esclusivamente al lavoro e allo sport, nel 2005 inizio a dedicarmi alla scrittura in prosa, alla poesia, a pubblicare contributi su diverse testate giornalistiche cartacee e telematiche, a rendermi promotore di diverse attività in ambito culturale, a collaborare con le scuole e istituzioni pubbliche e private per la promozione di attività legate all’arte, alla tutela dell’ambiente (in particolare, quelle legate al recupero della fauna selvatica) e alla scrittura creativa.
Nel 2009, ad esempio, realizzo un evento/tributo dedicato ai Pink Floyd, del quale si è parlato a livello nazionale; nel 2011 partecipo, in qualità di ospite, a diversi eventi organizzati a livello regionale in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, e nei quali ho presentato la lirica Stupida Italia (che, nel 2009, ha ottenuto il plauso della Presidenza della Repubblica); dal 2013 mi dedico allo studio e alla ricerca inerenti la figura ed il pensiero dell’illustre mio concittadino Giovanni Bovio (Trani 1837 – Napoli 1903); nel 2016 realizzo il 1° ed unico Museo Itinerante Giovanni Bovio ed il Premio Nazionale Giovanni Bovio (giunto, oggi, alla 5a edizione). Sono anche presidente dell’associazione culturale Progetto Bovio. Come scrittore, ho all’attivo quattro pubblicazioni.
L’attività di scrittore nasce quasi casualmente. Ha origine da un incubo che, ogni notte, per un’intera settimana, si è manifestato inesorabilmente con un nuovo sconvolgente tassello. Rapito da quella particolare circostanza, decido di trascrivere su carta il contenuto delle mie visioni. Nasce, così, il mio primo lavoro letterario: “La Follia Omicida di una Donna Fantasma” (2007, Matarrese Editore). Un coinvolgente thriller che, nella trascinante narrazione delle crudeltà commesse da un essere malvagio emerso dalle viscere della terra, nasconde un atto d’accusa contro le nefandezze e misfatti della classe politica e imprenditoriale locale.
Nel 2013 presento al pubblico il mio nuovo thriller “Aranuthon – La Genesi del Male” (Prospettiva Editrice), sequel della precedente pubblicazione.
Nel 2016 pubblico “Il Mio” Inferno di Dante (Società Editrice Dante Alighieri), una rielaborazione romanzata della prima Cantica della Divina Commedia (parte della “collana dantesca” ideata per celebrare i 750 anni dalla nascita di Dante), di facile lettura, utile per il diletto ma anche per le attività didattiche rivolte agli studenti delle scuole medie superiori.
Nel 2019, per i tipi de “Il Seme Bianco Editore”, pubblico“2019, Ritorno al Passato”, un romanzo-denuncia scritto nel 2015, presentato, oggi, in una fase storica nella quale molti degli argomenti in esso trattati si sono “tragicomicamente” palesati.
Recensione tratta da Qlibri relativa ad “Aranuthon – La Genesi del Male:
"…non saprei a chi associarlo…lo stile e il contenuto di questo libro…sono veramente unici"
Recensione tratta da Amazon relativa a “Il mio” Inferno di Dante:
"Straordinario testo. Leggendolo ho provato delle emozioni fortissime. La scrittura di Domenico Valente è veramente eccezionale. Ho vissuto delle ore immersa tra lo stupore… avendo studiato la Divina Commedia ho potuto adesso riflettere... il racconto romanzato è avvincente. GRAZIE."

Recensione tratta dal sito della casa editrice il Seme Bianco editore relativa a “2019, ritorno al passato”:
Il dilagante sentimento anti-europeo, le criticità dai più manifestate sulla “moneta unica” e la svolta “sovranista” del 4 marzo del 2018 sono profeticamente vaticinate dall’autore Domenico Valente. Il tutto, nei primi mesi del 2015 in cui l’opera ha avuto la sua gestazione.
È molto più che un libro. Ci sono pezzi di vita quotidiana fra le pagine di 2019 – Ritorno al passato. Come anticipato dall’autore nella sua Introduzione è un libro che parla di sé stesso, ma al contempo è un libro che parla di noi, di un “Paese che talvolta sembra non appartenerci”.
Il vero protagonista di questo romanzo è il ceto medio italiano, sempre più in sofferenza negli ultimi anni, “stritolato” dalla globalizzazione e dalle ricette liberiste avallate “festosamente” dalle tecnocrazie della Comunità Europea. Frustrato forse più dagli “scossoni” dell’economia che dal sisma che pur negli ultimi anni sembra non voler lasciare in pace la Penisola. L’autore compie una precisa operazione di “denuncia sociale” – richiamando alla memoria il genere letterario del “verismo” di Giovanni Verga – contro un sistema economico che considera un 40enne “medio” troppo vecchio per il lavoro e troppo giovane, quale amaro rovescio della medaglia, per la pensione. Un sistema economico in cui lo Stato Sociale è considerato uno spreco e il “darwinismo sociale” un’opportunità per tutti.
Il lettore più attento saprà cogliere fra le righe gli aspetti più scoraggianti della nostra società contemporanea: la difficoltà di fuoriuscire dal “particolarismo” ed individuare una Causa Nazionale per la quale lottare convintamente tutti insieme; l’incidenza delle moderne “distrazioni” digitali sulla nostra non infrequente incapacità di guardare in faccia la realtà, bella o brutta che sia, nella nostra personale valutazione; le tragiche ripercussioni del gigantesco problema del lavoro sul nostro tessuto familiare e sociale.
Il rischio che si paventa nel romanzo è quello di un Paese fermo, condannato all’immobilismo “sociale” e “infrastrutturale”, che si limita a recepire correttamente da “bravo balilla” le guidelines delle altolocate istituzioni europee, mentre i giovani italiani fuggono altrove nella speranza di un futuro migliore e le generazioni più adulte vedono erodersi progressivamente i risparmi di una vita.
La via di uscita da questo pantano? Un nuovo Risorgimento. Lo scrittore – in un articolato connubio fra curiosità storica e fantasia scritturale – sostiene, per bocca dei personaggi e delle medesime vicende narrate, che siano proprio quegli ideali e quei valori che nella seconda metà dell’800 ci condussero all’Unità Nazionale ad illustrarci oggi la strada da percorrere audacemente per una “resurrezione nazionale”. A doverci e poterci autorevolmente guidare nella auspicata e auspicabile “svolta sovranista”.
A cura di Domenico Valente
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